Libia, l'incubo degli 'africani'

I profughi che arrivano al confine tunisino raccontano le violenze delle forze speciali di Gheddafi: quasi tutti, dicono, mercenari provenienti dai Paesi subsahariani. Che entrano nelle case e sparano all'impazzata . Murad sorseggia un caffè e fuma lentamente una sigaretta. Deve prendere una decisione importante e sa che ne va della sua vita. Intorno a lui i suoi tre figli maschi non lo lasciano un momento in quella bolgia di persone che continua a entrare dalla Libia. Altri egiziani, cingalesi, molti cinesi che salgono sugli autobus per tornare a casa. Non hanno voglia di parlare, sono nervosi, ma d'altra parte la Libia era solo il posto dove lavoravano e che li ha messo tanta paura da farli fuggire. Murad, invece, un signore ben vestito di 52 anni non ha meno paura, gli è costato lasciare le sue due case di Tripoli e il suo lavoro. Ha sistemato la moglie e la figlia da una famiglia tunisina, mentre lui è tornato dopo due giorni di riflessione qui a Ras Ajdir, al confine. «V